Anche quest’anno, nell’ambito del progetto “Gli uomini passano, le idee restano…” la prof. Claudia Fusi e la prof. M. Cristina Zappa, grazie alla collaborazione di Roberto Fumagalli del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, hanno portato in alcune classi quinte dell’Istituto “G. D. Romagnosi” di Erba anche le testimonianze di protagonisti della lotta alla criminalità organizzata. Si sono organizzati tre incontri.

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Il giornalista Stefano Scaccabarozzi, coautore del libro IO SONO NESSUNO, ha parlato con grande empatia e capacità comunicativa della persona di Piero Nava, il testimone che ha permesso la condanna degli assassini del giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso il 21 settembre 1990 e proclamato beato il 9 maggio 2021. L’integrità morale, la coscienza della necessità di essere parte attiva della comunità nazionale, la coerenza ed al tempo stesso le traversie vissute da Piero Nava hanno commosso e destato ammirazione negli studenti, quasi increduli della reale esistenza di persone dotate di un senso civico così spiccato da giungere a sacrificare la propria esistenza pur di affermare verità e giustizia.

Il giudice Livatino è stato uno dei primi magistrati che negli anni ‘80, in forza della Legge Rognoni-La Torre del 1982, aveva indirizzato le proprie indagini sui beni illecitamente acquisiti dalle organizzazioni criminali, nella consapevolezza che questo è il modo migliore per contrastarle.

Il dott. Roberto Bellasio dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha spiegato con chiarezza agli studenti la natura e le finalità dell’Agenzia, evidenziando come, confiscando e sequestrando i patrimoni derivanti da traffici illegali ai membri di queste organizzazioni, si toglie loro il potere e il carisma che esercitano sulla popolazione dei territori in cui operano. Tali beni possono essere confiscati con procedimento di prevenzione nei confronti di persone sospette o a seguito di procedimento penale, ma sono comunque sempre destinati ad un utilizzo sociale, come riparazione del danno inferto alla società da parte delle organizzazioni criminali.

Sempre sensibile alle tematiche educative, anche il Procuratore Capo Nicola Piacente ha incontrato gli studenti, spiegando loro come la mafia oggi abbia abbandonato le armi tradizionali per infiltrarsi con il colletto bianco nel tessuto produttivo. La mafia non uccide quasi più, non vuole indagini per omicidio che possano portare alla luce la sua rete di illegalità. Il mafioso oggi è un manager che dirige e controlla settori redditizi come quello dei rifiuti o dell’intrattenimento. Appassionato e coinvolgente, il Procuratore Piacente ha tracciato un quadro significativo ed inquietante della criminalità organizzata nel territorio comasco, sollecitando i ragazzi a vigilare per tenere comportamenti sempre rispettosi della legalità.

La scuola tutta ringrazia il dottor Scaccabarozzi, il dott. Bellasio ed il Procuratore Piacente per la loro generosità, disponibilità ed instancabile opera educativa, volta a tutelare e far crescere nelle nuove generazioni la cura del bene comune inscritta nella nostra Costituzione. Un applauso particolare al grande Piero Nava, il cui esempio scuote le coscienze e vale più di tante parole nella formazione dei buoni cittadini di domani.

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