Il virus, si sa è, ha un suo jet-lag, è indietro negli Stati Uniti di qualche giorno rispetto all’Europa. Ecco quindi che ci arriva solo ora la testimonianza della nostra amica ‘Cass’ che vive a Portland e di origine (da parte del bisnonno) laghèe comasca.

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Lasciamo il testo in lingua originale con la traduzione a fianco (fatta un po’ con Google translator e  un po’ a senso).

“As the United States passes a grim milestone of over 100,000 deaths, each state has moved toward some phase of reopening. Many states in the south were quick to reopen, despite showing increases in case numbers and having inadequate levels of protective equipment or hospital capacity. Meanwhile, more cautious states have faced backlash from protestors who demand their freedom and are eager to open the economy, regardless of the risk to human life. Wearing a face mask in the United States is viewed as a political statement rather than a health precaution.

The lack of leadership and preposterous claims from the Trump administration have caused confusion and left states to largely fend for themselves. During the peak of the US outbreak, state governors tried to secure masks, ventilators and gowns from the private market, often competing with other states and even the federal government to secure orders. Economic stimulus packages passed so far by Congress have not included federal assistance for state or local governments who are navigating the costs and benefits of reopening.

Testing was not initially available to symptomatic patients with no travel history to China or known exposure to someone who had tested positive for the virus. The early shortage of testing kits and strict administration has undoubtedly led to an undercount in Covid-19 cases across the nation and false sense of security.”

Mentre gli Stati Uniti superano il tragico traguardo di oltre 100.000 morti, ogni stato si prepara ad una fase di riapertura. Molti stati del sud hanno riaperto rapidamente, nonostante abbiano mostrato un aumento del numero di casi e livelli inadeguati di equipaggiamento protettivo o capacità ospedaliera. Ne frattempo, gli Stati più cauti hanno affrontato i manifestanti che esigono la loro libertà e sono ansiosi di aprire l’economia, indipendentemente dal rischio di perdere vite umane. Indossare una maschera negli Stati Uniti è visto come una dichiarazione politica piuttosto che una precauzione per la salute. La mancanza di leadership e le pretese assurde da parte dell’amministrazione Trump hanno causato confusione e lasciato gli Stati a difendersi ampiamente da soli. Durante l’apice della pandemia negli Stati Uniti, i governatori dei singoli stati hanno cercato di proteggere maschere, ventilatori e abiti dal mercato privato, spesso in competizione con altri stati e persino con il governo federale per garantire gli ordini. I pacchetti di incentivi economici approvati finora dal Congresso non hanno incluso l’assistenza federale ai governi statali o locali che stanno valutando costi e benefici della riapertura. Inizialmente il test non era disponibile per i pazienti sintomatici che non avessero una storia di viaggio in Cina o una esposizione nota a qualcuno che era risultato positivo al virus. La precoce carenza di kit di test e di una rigorosa amministrazione ha indubbiamente portato a dati falsati del numero casi Covid-19 in tutta la nazione e un falso senso di sicurezza.

“In Oregon, we appear to have “flattened the curve” since the state first issued a stay at home order in mid-March. Our state has confirmed roughly 4,000 positive cases and under 200 deaths. While other west coast states (Washington and California) had early outbreaks of the virus, cases in Oregon remain low. Rural areas in the state began reopening in mid-May. Portland, the state’s most populous city, plans to begin the first phase of reopening in mid-June. Once the request is approved by the state, the first phase will allow offices and stores that implement certain safety measures to reopen.

For the past twelve weeks, my family has remained at home, only leaving the house weekly to buy groceries. Fortunately, my husband and I are both able to work from home, though our employment has been affected by quarantine. My husband has been placed on furlough one week each month, which is essentially a 25% cut in pay. I made the choice to work part-time for the foreseeable future to help care for our two children, ages 5 and 9.”

In Oregon sembra che siamo riusciti ad “appiattire la curva”, da quando lo stato ha emesso l’ordine di restare a casa a metà marzo. Il nostro stato ha confermato circa 4.000 casi positivi e meno di 200 morti. Mentre negli altri stati della costa occidentale (Washington e California) scoppiavano i primi focolai del virus, i casi in Oregon rimanevano bassi. Le aree rurali dello stato hanno iniziato a riaprire a metà maggio. Portland, la città più popolosa dello stato, prevede di iniziare la prima fase di riapertura a metà giugno. Una volta che la richiesta è stata approvata dallo stato, la prima fase consentirà la riapertura di uffici e negozi che attuano determinate misure di sicurezza. Nelle ultime dodici settimane, la mia famiglia è rimasta a casa, uscendo di casa solo una volta la settimana per acquistare generi alimentari. Fortunatamente, io e mio marito siamo entrambi in grado di lavorare da casa, sebbene il nostro lavoro sia stato influenzato dalla quarantena. Mio marito non lavora per una settimana al mese, che è sostanzialmente una riduzione del 25% della retribuzione. Io ho fatto la scelta di lavorare part-time per il prossimo futuro per aiutare a prenderci cura dei nostri due figli, di 5 e 9 anni.

“Since schools and most childcare facilities are closed, many working parents are now dealing with the added stress of trying to work from home and teach their children. Schools have made a gradual shift to online learning, which will continue until the end of the school year in mid-June. My oldest son’s class meets daily on Zoom, but it’s no substitution for in-person learning. I worry that he’s not being challenged enough in his assignments and may fall behind in learning. Even more so, I worry about the emotional toll that this may have on children. I know that my kids miss their teachers and friends, just as I miss my friends and colleagues. They also miss playing sports and doing activities that keep them busy after school and on the weekends.

For now, I’m trying to focus on what’s in my control and not let anxiety get the best of me. That means providing a safe and loving environment for my kids and trying to make each day seem different from the last. If my experience in quarantine has taught me anything so far, it’s that we should not take this life for granted.”

Poiché le scuole e la maggior parte delle strutture di assistenza all’infanzia sono chiuse, molti genitori che lavorano, ora stanno affrontando lo stress aggiuntivo di provare a lavorare da casa e dover insegnare ai propri figli. Le scuole hanno dovuto fare un graduale passaggio all’apprendimento online, che proseguirà fino alla fine dell’anno scolastico, a metà giugno. La classe di mio figlio maggiore si incontra quotidianamente su Zoom, ma questo non sostituisce l’apprendimento di persona. Io temo che i compiti non siano abbastanza impegnativi e che mio figlio possa rimanere indietro nell’apprendimento. Ancora di più, mi preoccupo per il bilancio emotivo che questo può avere sui bambini. So che ai miei figli mancano i loro insegnanti e amici, proprio come a me mancano i miei amici e i miei colleghi. Ai ragazzi manca anche di fare sport e fare attività alternative nel dopo la scuola e nei fine settimana. Per ora, sto cercando di concentrarmi su ciò che è sotto il mio controllo e non lasciare che l’ansia prenda il sopravvento. Questo significa creare un ambiente sicuro e amorevole per i miei figli e cercare di far sembrare ogni giorno diverso da quello precedente. Se la mia esperienza in quarantena mi ha insegnato qualcosa finora è che non dovremmo dare così scontata questa vita.

(Cassera Phipps)

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