Sono mancati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro Mario Corso e Pierino Prati.

Annunci

All’anagrafe erano divisi da 5 anni nello sport, invece, appartenevano a due universi paralleli.

“Bauscia” Mario Corso che irretiva gli avversari con dribbling, passaggi e ”tagli” e tiri “a foglia morta” che li spiazzavano, “Casciavit” Pierino Prati primo centravanti italiano capace di segnare tre gol nella finale di coppa dei Campioni e campione d’Europa con la Nazionale .

Due eroi di uno sport che non c’è più, uno sport dove gli atleti riconsegnavano la maglia senza sponsor al magazziniere al termine della partita, per riaverla dall’allenatore la domenica prima di entrare in campo; calciatori che una sera alla settimana erano ospiti a cena dei vari club di tifosi che li invitavano nelle trattorie di paese; calciatori che, come Mario Corso, il tempo libero lo passavano anche alla “Mara” o al bar in riva al lago di Pusiano a giocare a carte.

Mario “participio passato del verbo correre” Corso, come lo aveva soprannominato Gianni Brera e Pierino “la peste” Prati due belle storie di calciatori di quando il gioco del calcio vantava eroi popolari e non superstar irraggiungibili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *