Erba Civica in una nota sul progetto “caldaie a biomassa”,  varato dall’Amministrazione Caprani, esprime tutti i suoi dubbi sulla validità della soluzione proposta: troppe incognite sulla reale sostenibilità e sull’impatto ambientale dei nuovi impianti che in quattro blocchi interesseranno la scuola elementare e il PalaErba in via Battisti, il municipio e l’istituto Puecher, la scuola e la palestra di Buccinigo e infine la palestra comunale in via Bassi.

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Dopo aver avuto accesso alla documentazione, il gruppo Ambiente della lista civica ha fatto emergere una serie di criticità, tante domande per ora in attesa di risposta. Se ne fanno interpreti i tre consiglieri di Erba Civica con dichiarazioni che sembrano preludere ad una posizione contraria, quando l’argomento sarà portato in aula consiliare. Per il momento dopo l’esame dei punti di forza (il finanziamento della Regione Lombardia, l’intento di contrastare il caro bollette, la presunta riqualificazione dei boschi) e dei punti deboli, per Erba Civica, il piatto della bilancia pende decisamente dalla parte di questi ultimi. Piuttosto che imboccare  la via senza ritorno delle caldaie a bio massa, sarebbe meglio diversificare le fonti energetiche.

“Poi ci sono i costi di manutenzione e gestione. Gli impianti a biomassa – continua Berna – comportano maggiori oneri manutentivi rispetto ai tradizionali impianti a gas e soprattutto sono legati alla continua necessità di approvvigionamento della materia prima necessaria. In caso di difficoltà di approvvigionamento come si potrà procedere al riscaldamento degli edifici serviti? Ad esempio in caso di nevicate intense che rendano difficoltosa la circolazione, o qualora – in un prossimo futuro – la disponibilità di legname diminuisca? Si riattiveranno le precedenti caldaie a gas o saranno smantellate?”.

In conclusione i consiglieri di Erba Civica mettono in dubbio la validità della scelta tipologica adottata e spezzano più di una lancia a favore delle pompe di calore. “In generale la scelta d’installare caldaie a biomassa – dicono a tre voci all’unisono – è ambientalmente meno sostenibile rispetto ad altri sistemi d’impianti termici: la filiera di produzione della materia prima necessaria al loro funzionamento, ancorché ritenuta fonte rinnovabile, richiede un impiego notevole di energia termica per il suo stesso ciclo produttivo (gli alberi  vanno abbattuti, sramati, tagliati, cippati, trasportati ai centri di essiccazione, essiccati e poi successivamente trasportati alle singole centrali termiche); la produzione di energia non è ad impatto nullo (comporta produzione di particolato PM10 e PM2,5), la creazione stessa della centrale termica comporta l’utilizzo di spazi maggiori. Tutti questi aspetti negativi vengono ad esempio superati dalle pompe di calore. 

Peraltro il Comune di Erba, pochi mesi prima delle elezioni aveva partecipato ad un Bando Regionale per l’efficientamento energetico con un progetto per la realizzazione di una pompa di calore nella scuola di via Battisti, potenziando l’impianto fotovoltaico già presente. Progetto risultato ammesso ma al momento non finanziato. “Perché non tornare su questa proposta – si chiede Erba Civica – più coerente con la sostenibilità sia ambientale sia economica, meno impattante per la salubrità dell’aria? Aspetti tutt’altro che trascurabili se si tiene conto che nell’area di realizzazione delle caldaie poste in centro si concentrano due scuole dell’infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria con un totale di un migliaio di alunni! Sarebbe stato meglio diversificare le fonti energetiche, a seconda della tipologia dei complessi interessati, anche perché è l’unica possibilità per garantirsi un’adeguata autonomia energetica, senza dipendere da un’unica fonte che potrebbe di fatto subire conseguenze a seconda dell’andamento del mercato globale”.

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